In un mondo più giusto il remake del Treno per Yuma sarebbe da lasciare in America e andrebbe invece distribuito questo tostissimo western (anglo)australiano, in buona parte anche migliore di Jesse James. Nick Cave scrive la sceneggiatura e le musiche, Hillcoat (di cui vedremo The Road da McCarthy, e ci può stare) dirige ottimamente attori dai capelli lerci e lunghi: una trinità di fratelli coi volti ricalcati sulla sindone e con le costole in mostra. Il regista inquadra campi lunghi dove la terra sovrasta il cielo e si avvicina alle mosche che ronzano attorno a tutti i cadaveri, quelli morti e quelli che ancora credono di essere vivi.
The Proposition mostra gli effetti e non le cause, i fori di proiettile, le teste che esplodono e le lance nel costato, non il fucile che spara o il braccio che muove l’arma. Allo stesso modo mostra gli scempi e l’assurdità della colonizzazione, non le giustificazioni o le idee malsane alla base della stessa. The Proposition è il foro di proiettile, secco e immediato, e nella raffigurazione di un’umanità fatta di lupi e cani acquisisce un’anima particolare, completata dalla scelta di colori morti e uniformi, in tono con le foto d’epoca, e dal violino graffiante di Warren Ellis: un’attualizzazione non urlata, ma efficace, della violenza e l’eccentricità dei western anni ’70.
Da molti punti di vista il film è convincente e sincero, e anche quando una testa viene schiacciata così come aveva insegnato Dead Man, si accetta la citazione, perché è stata alzata e ingoiata polvere sufficiente da poterselo permettere. Quel che lascia perplessi è la soluzione finale, in una riproposizione della scena dello stupro di Arancia Meccanica, con tanto di aguzzino che canta, marito legato e riverso in terra e traduzione del “viddy well, little brother”. Una scelta che snatura la via fino ad allora seguita, piuttosto solitaria e per questo credibile, mettendo in scena un gioco metafilmico che toglie credibilità al momento e non rende giustizia, per le dissonanze di stile e contenuti, né al film fino a quel momento costruito da Hillcoat né al capolavoro di Kubrick. Far finta di nulla e prendere quel tanto di buono che c’è è, comunque, l’esercizio consigliato.
(4/5)
mi fa piacere leggere qualcosa su questo film, che ho apprezzato molto (non credo che siamo in molti ad averlo visto, purtroppo la distribuzione non assiste…)
(a me jesse james è “visivamente” piaciuto di più, ha due o tre scene di una potenza siderale)
trasporre la strada (il mio preferito dello zio cormac) non è proprio facile (come invece lo era abbastanza, diciamocelo, non è un paese per vecchi) ma sono fiducioso
jesse james è bello, ma the proposition m’è sembrato avesse più cose da dire. se non fosse per la parte finale sarebbe un ottimo film. la distribuzione è scellerata, ma adesso si trova sia il dvd del film che il cd della colonna sonora.
la strada e non è un paese per vecchi sono gli unici che ho letto di mccarthy. credo che i coen ci abbiano messo davvero tanto del loro per fare di paese per vecchi un gran film, ma la strada è effettivamente più rischioso. si vedrà.
Ma com’è che mi è sfuggito? Grazie per avermelo reso noto!
Questo me lo sono perso. Dalle mie parti nessuna traccia.
Auguri e Buon Natale!
alessandra, cinemasema, il film è in dvd e sul mulo. vale decisamente la pena. e giacché ci siete, prendetevi anche la colonna sonora.
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