
La Bocca del Lupo (miglior film al Torino Film Festival) parla attraverso i filmati della Genova del ‘900, dove si ritrovano scene di lavoro operaio che ricordano la frenesia di Vertov, e anche di vita rurale, cittadina, e naturalmente tuffi nelle acque livide del mare. Il regista Pietro Marcello riesce ad integrare le immagini con le sue riprese originali, montando la pellicola rovinata e sovraesposta accanto agli arancioni di un tramonto, o il grigio di grossi massi accostato ai colori spenti di alcuni scorci genovesi.

La Bocca del Lupo parla con i versi di una voce narrante, con le voci rovinate e piene di dignità di Enzo e Mary, e con i silenzi, che contribuiscono alla realizzazione di un’atmosfera sospesa, spesso eterea rispetto alla concretezza e la durezza di quel che il film mostra e racconta.
È difficile rendere, con le parole, come sia un film diverso da quanto poche righe di sinossi possano lasciar credere: un film assolutamente e a volte ostentatamente artefatto (fino a sentire il bisogno, in una scena, d’uscire dalla finzione, scoprendola e accentuandola), che costruisce attentamente immagini, ma cerca anche manie ed espressioni spontanee, raggiungendo una sincerità che, però, non è mai improvvisazione o pura testimonianza, quanto costruzione di un documento sul tempo, sugli emarginati, sulla sofferenza e la speranza, e, finalmente, sulla storia con la esse minuscola.
(4/5)
Una storia di "vinti" fatta davvero bene… Particolari le atmosfere…
ciao tarantola. sì, un piccolo film bello e particolare.
bello.
welcome, runawayme.
ciao!pensavo di essermi imbattuta in una tua lettura della bestia di walerian borowczyk, qualche giorno fa, possibile?cmq, bel blog, bravo…
ciao run, grazie per il blog. no, lo scritto su la bestia non è mio.
Dopo averlo visto, qualche tempo fa,nemmeno un settimana dopo andai a vedereun "cineforum" alla Scuola Galilei, qui a Roma,dove davano l'opera prima di Marcello "IL PASSAGGIO DELLA LINEA"….Interessante……..e soprattutto bella persona Pietro Marcello (che era presente in sala…sala?……una specie di centro sociale frequentato in maniera parecchioeterogenea……pensa che accanto ma me c'era Roberto Nobile, il "Parmesan" di Distretto di Polizia, alla fila dietro Mimmo Caloprestie poi tutto un brulicare di ragazzi e ragazze e gente di ogni età…………………ed una signora nata a Genova, precisamente dalleparti di Via del Campo, che a proposito de "La bocca del Lupo"ed i comprimari che affollano la storia ci ha dato non pochiimportanti dettagli in aggiunta….Come "sentono, comunicano, giudicano, vivono" gli abitantile varie "storie e situazioni"….FRANCO
ho visto marcello in qualche intervista e anche a me è sembrato una persona più che sensata. d'altronde, la bocca del lupo è un film di una maturità eccezionale. farò in modo di vedere anche il passaggio della linea.
ho conosciuto pietro marcello e mi ha raccontato diverse cose interessanti. che il 'suo' film è il passaggio della linea e che vorrebbe tornare sul girato per farne una cosa di 4 o 5 ore almeno – i 57' gli furono ovviamente imposti. che odia la scena del bar perchè lì fanno tutti i buffoni e mentono, mentre la cosa che gli piace della bocca del lupo sono le scene a quarto. che il suo preferito è sokurov. che lui voleva fare l'acquerellista. gli aneddoti sui protagonisti te li racconto da vicino. grandi cose entrambi i film, comunque.
ob
il passaggio della linea ancora non l'ho visto, ma ce l'ho. la bocca del lupo sta diventando sempre più un caso ed è bello che sia così.
a presto, doc.
La più bella sorpresa di fine anno (quando sono riuscito a recuperarlo).
Nonché la "storia d'amore" più bella del 2010, probabilmente.
Tu ne hai scritto parole buone e giuste.
(buon anno)
ciao michele, la bocca del lupo è stato una bellissima sorpresa anche per me.
(grazie e che l'anno ti sia ottimo).
Pingback: Minima Immoralia: Le Meraviglie (Alice Rohrwacher 2014), Apes Revolution (Matt Reeves 2014), Predestination ( Michael e Peter Spierig 2014) | SlowFilm
Pingback: Bella e Perduta (Pietro Marcello 2015). Il cinema ritrova il suo legame con l’intimità delle cose | SlowFilm
Pingback: Martin Eden (Pietro Marcello 2019), una storia splendidamente irrisolta | SlowFilm