Venere in Pelliccia – Venus in Fur (Roman Polanski 2013). Shiny boots of leather

venere in pelliccia recensione slowfilmNon è vero, come sbotta Thomas con Vanda, che la rappresentazione della Venere in Pelliccia di Leopold Von Sacher-Masoch non abbia niente a che vedere con la canzone dei Velvet Underground. L’ispirazione di Lou Reed è la stessa, con tanto di evocazione del protagonista Severin, per uno dei pezzi più belli (mi piace dire il più bello) della storia del rock, fusione fra morbosità ed eleganza che caratterizza il primo epocale disco dei Velvet.

Anche l’ultimo film di Polanski – o meglio di David Ives e Polanski – sa essere raffinato e decadente, è un film riuscito e coinvolgente. Dopo Carnage, si torna all’impianto puramente teatrale, con una messa in scena della piece di Ives a opera di Emmanuelle Seigner e Mathieu Amalric. Il testo fonde i protagonisti del romanzo di Sacher-Masoch con il regista impegnato a cercare gli attori per la sua rappresentazione e la misteriosa attrice Vanda, impegnata nell’audizione, che appare da principio incapace, per poi delinearsi come l’effettiva incarnazione del personaggio letterario. La sceneggiatura di Ives impressiona per come riesce, attraverso le parole, a creare e intrecciare una moltitudine di piani, portando Thomas e Vanda, da una battuta all’altra, a impersonare i personaggi di Sacher-Masoch o loro stessi, a rievocare scene del romanzo o a costruire un rapporto reale sull’impronta delle stesse. La battaglia dialettica è sempre dominata dalla bravissima Seigner, fino a un ribaltamento finale che si preoccupa di mantenere le posizioni invariate, sancendo la sottomissione completa ed esclusiva di Amalric / Severin. Pur impegnato a creare una struttura complessa e raffinata, dimostrando come si possa sballottare lo spettatore fra diverse vite e realtà con i soli dialoghi di due attori in un luogo unico, Venere in Pelliccia non trascura l’aspetto esclusivamente sensuale, mostrando un’adesione sincera agli elementi più epidermici, condivisi e grotteschi del masochismo.

In chiusura Emmanuelle Seigner si esibisce in una danza che ricorda quella di un’altra francese, Laetitia Casta, pericolosa Salomè in Visage di Tsai Ming Liang. Sinuosa e rapita quest’ultima, ostentatamente presente e scomposta in spigolosi movimenti tribali la Seigner, in due scene che rispecchiano le diverse anime dei film e degli autori.

(4/5)

4 pensieri su “Venere in Pelliccia – Venus in Fur (Roman Polanski 2013). Shiny boots of leather

  1. splendido. mi piacciono ‘ste cose perverse. altri tentativi di portare il masochismo al cinema sono falliti. secretary finisce come una tipica storia d’amore. e avrei voluto che cronenberg fosse capace di fare qualcosa di meglio con a dangerous method.
    ob
    p.s. a milano tra i tuoi fans abbiamo riso un sacco ricordando come tu avessi notato che keira knightley (?) recitava la follia come fosse fatta di attacchi di prognatismo.

    "Mi piace"

  2. Non sono un cultore del genere, ma anche io ho avuto l’impressione che il film riesca ad attenersi alla “perversione” della cosa, dando anche un bel taglio alle possibili interpretazioni metatutto. O comunque a metterle in secondo piano. E questo è bene.
    Viva Keira e la sua pronunciata espressività.
    A inizio ottobre dovrei riuscire, in un modo o nell’altro, a vedere finalmente Tsai.

    "Mi piace"

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.