Il 2015 è sicuramente l’anno in cui qui ho scritto di meno e, oltre a dispiacermene, sono abbastanza sicuro la cosa non mi faccia bene. Specialmente con la nuova gestione dei tempi, dove tutto si sovrappone e spesso mancano i momenti di noia dove le cose possano sedimentare e attecchire, per me un’agenda che ricordi quel che vedo – e meglio ancora sarebbe trovare posto anche per quello che ascolto – sarebbe preziosa. Dovrei appuntare, più che scrivere, principalmente per aiutare la memoria e sottrarre più momenti alla confusione. Si vedrà. Magari, invece, è semplicemente così che finiscono le cose.
Qui del 2015 sono rimaste soprattutto le esperienze migliori, e neanche tutte. Scorrendo le pubblicazioni dell’ultimo anno mi accorgo che manca, forse, un titolo pienamente rappresentativo, mentre ce n’è più d’uno che ha lasciato un’impronta, una traccia emozionale diffusa. Che è forse quel che cerco in questo periodo dal cinema: non scene topiche, battute fulminanti o picchi espressivi, ma la costruzione di un mondo acentrato, di un’atmosfera, dove i personaggi si possano perdere senza che nessuno senta il bisogno di mostrare loro la strada. In maniera piuttosto viscerale e istintiva, ecco i dieci titoli che quest’anno meglio mi hanno accolto.
Birdman
Sicario
Blackhat
Inherent Vice – Vizio di Forma
La Storia della Principessa Splendente
Song of the Sea
Bella e Perduta
Il Bambino che Scoprì il Mondo
The Possibilities are Endless
The Lobster
Uno di quelli che ho perso lungo la strada, ma che certamente merita una menzione e una revisione, è l’ultimo Miyazaki Si Alza il Vento (e completo: bisogna tentare di vivere).
Li ho recuperati e ne ho scritto nel 2015, ma hanno avuto da noi una distribuzione precedente, gli ottimi
Samsara
Il Regno d’Inverno
Boyhood
Samsara, in particolare, credo sia l’unico 5/5 in un notevole lasso di tempo, fra tutti i titoli qui citati l’esperienza più forte e coinvolgente.
Come si dice di solito al 31 dicembre: buon anno nuovo a tutti.
tanti auguri! (il prossimo anno sarà di sicuro migliore!)
on
Ciao dottorone, in alto i calici!